venerdì 6 agosto 2010

Il mio intervento sul "Piano Casa"

Ecco il mio intervento in consiglio comunale sulla delibera riguardante la "delimitazione ambito di esclusione dell'applicabilità degli interventi edilizi di cui agli artt. 2 e 3 della L.R. 23.03.2010 n°6".Quest'ultima legge è il cosiddetto piano casa.


"Presidente, colleghi consiglieri, amministrazione quello che oggi andiamo a votare è un atto deliberativo di notevole importanza, sia perché investe una delle materie più importanti fra quelle di competenza del consiglio comunale e cioè l’urbanistica, sia perché oggi siamo chiamati a fare una scelta politica di gestione del territorio che potrà avrà immediate ed importanti ripercussioni sui nostri concittadini ed sul futuro assetto urbanistico-architettonico di quella porzione della nostra città individuata nella delibera in oggetto. Premetto subito che voterò favorevolmente la delibera in esame, anche se tale decisione è stata da me molto meditata ed assunta con non poche difficoltà. Ciò in quanto in me vi è la ferma convinzione che l’edilizia privata sia uno dei cardini più importanti dell’economia di una comunità urbana e quindi anche della nostra città, in quanto, molto di più dell’edilizia pubblica, l’edilizia privata è in grado di mettere in circolazione quantità di denaro elevate che, a differenza del caso dei lavori pubblici, in cui spesso questo soldi finiscono in mano ad imprese non locali, quelli dell’edilizia privata rimangono in gran parte nella nostra città. Voglio in merito fare un esempio semplice ma significativo di quanto sto dicendo. Se consideriamo che il costo di una villetta di medie dimensioni si aggira dai 120.000 a 150.000, è evidente che la realizzazione di 10 villette comporta un costo di 1.200.000 - 1.500.000 e così la realizzazione di 100 villette costa 12.000.000 - 15.000.000 di euro, soldi che il costruttore spende per pagare imprese, maestranze, artigiani, esercizi commerciali specializzati nella vendita di prodotti per l’edilizia, e così via, che nella maggior parte dei casi sono locali, cioè di Sciacca. Soldi quindi che restano nella nostra città e che, come diceva una pubblicità di poco tempo fa, fanno girare l’economia. Questo semplice conticino rende l’idea della potenzialità che l’edilizia privata ha di mettere in circolazione denaro, che ovviamente si ripercuote poi in termini occupazionali e di ricchezza in genere della nostra città Ciò premesso, nonostante tali benefici, è evidente che non si può consentire una edificazione incontrollata e selvaggia del nostro territorio. Compito di una Amministrazione Comunale è quello di fissare delle regole, chiare, semplici e valevoli per tutti, capaci di conciliare ed armonizzare l’esigenze edificatorie dei cittadini di Sciacca, con il rispetto e la tutela delle bellezze paesaggistiche, del tessuto storico-urbanistico e del carattere architettonico esistente che è espressione viva della storia e della cultura della nostra comunità. Perché è bene ricordarlo, Sciacca fra le tante qualità che possiede, ha anche quella di avere una storia millenaria che ha visto nella nostra città la presenza di numerose culture che si sono susseguite negli anni, i fenici, i greci, i romani, gli arabi, i normanni e così via. Storia e culture di cui oggi rimangono, almeno per le più recenti, testimonianze concrete anche nell’eredità architettonica che questi popoli ci hanno lasciato. In tale contesto s’inquadra la mia convinzione di votare favorevolmente la delibera in esame. E’ va detto subito che anche la qualità della proposta deliberativa mi ha convinto. E per questo va dato atto all’ufficio urbanistico del buon lavoro reso alla città. Una delibera ben articolata e motivata che ripercorre anche le scelte urbanistiche che in questo consiglio comunale sono state compiute negli ultimi 20 anni dalle direttive per la redazione del nuovo P.R.G., approvate dal consiglio comunale di Sciacca in data 19 aprile 1994 all’approvando piano regolatore generale che per l’appunto ribadisce la necessità di ampliare le zone A, centro storico, anche a quelle porzioni della nostra città oggi indicate dal vigente Piano comprensoriale n°6 come zone B, ma che in realtà appartengono di diritto al tessuto storico-architettonico di Sciacca. Per cui nella sostanza questa proposta di delibera non fa altro che correggere un errore contenuto dal vigente Piano Comprensoriale, che definisce quale zone di tipo “B”, cioè zone di espansione, alcune porzioni della nostra città, quale il borgo marinaro o una parte del quartiere di San Michele, che in realtà appartengono di diritto al centro storico della nostra città. Il sol fatto di essere, come nel caso della zona di San Michele, all’interno della cinta muraria e già di per se testimonianza che questa parte della città fa parte della città antica di Sciacca. Per cui, in perfetta sintonia con il principio normativo sancito dalla legge regionale, la n°6 del 23/03/2010, che ha escluso le zone A dal campo di applicazione del cosiddetto piano casa, anche noi, in questo consiglio comunale, siamo chiamati oggi ha seguire la ratio della norma, correggendo l’errore presente nel P.C. n° 6, e conferendo a quella parte della città delimitata dalla delibera stessa il rango urbanistico di CENTRO STORICO, escludendola quindi dal campo di applicazione del cosiddetto Piano Casa. In altre parole l’interrogativo che dobbiamo porci è il seguente: La porzione del territorio di Sciacca immediatamente contigue alle zone indicate dal Piano comprensoriale n°6 come zone A e quindi in particolare quelle interne alla cinta muraria, quelle espressione delle espansioni ottocentesche, il quartiere marinaro ed in definitiva quelle delimitate dalla proposta di delibera in esame, devono essere considerate centro storico, nella sua accezione più ampia e cioè quale espressione e testimonianza di una storia antica della nostra città, oppure no. Bene, io ritengo di sì, e pertanto meritano di essere tutelate con scelte di politica urbanistica capaci di preservarne il carattere architettonico, testimonianza di un antico passato. Del resto, se la nostra città è una città che deve puntare al turismo, non è possibile fare scelte urbanistiche di tipo diverso. E’ evidente che la tutela del centro storico non si esaurisce con l’approvazione di questa delibera. E a questo punto mi rivolgo all’Amministrazione Comunale. E’ necessario porre in essere tutto quanto utile per iniziare un percorso vero e proprio di recupero e riqualificazione del centro storico, anche grazie ad incentivi economici che consentano di risolvere situazioni poco degne per la nostra città, quali ad esempio la presenza di numerosi immobili che oggi versano in pessime condizioni di manutenzione ed in alcuni casi anche in uno stato di precarietà strutturale che potrebbe far preludere anche imminenti crolli con refluenze preoccupanti sulla sicurezza dei nostri concittadini. A questo proposito voglio fare un esempio. Per tanti anni ho vissuto a Palermo ed ho lavorato presso una società d’ingegneria che ha la propria sede in Piazza Kalsa, nel cuore del centro storico della città capoluogo della nostra regione. Ebbene in questi anni vissuti a Palermo ho potuto costatare come, grazie al denaro pubblico concesso ai cittadini sottoforma di contributo ed incentivo per interventi di manutenzione e restauro di immobili del centro storico, sia stato possibile instaurare un processo virtuoso di riqualificazione di parti importanti del centro storico palermitano. E’ necessario che anche a Sciacca s’intraprenda un percorso simile, capace di innescare fra i nostri concittadini un reale interesse alla riqualificazione dei propri immobili, in quanto ritengo che questo sia uno dei cardini principali per una vera riqualificazione del nostro centro storico."