martedì 29 settembre 2009

"Per il PD, per l'Italia e per la Sicilia: con Bersani e Mattarella"

Discorso del 27-09-2009: Verso le Primarie


"Cari amici,
ci avviamo al Primo Congresso del Partito Democratico. Ormai manca poco ed occorre aprire una discussione libera e condivisa sul progetto che intendiamo portare avanti in Sicilia ed in Italia.
Che idea di Paese Abbiamo? Che cosa vogliamo proporre agli italiani?
Dalla risposta a queste domande dipende anche il futuro nostro e della nostra nazione.
L'Italia può aspirare a riavere un ruolo solo se riproporrà in termini moderni la centralità, la modernizzazione e lo sviluppo del Sud.
La Sicilia purtroppo sta sentendo ancora di più la crisi stretta dalla morsa al Nord della Lega ed alla Regione da un governo, quello Lombardo, buono solo a litigare ed in disaccordo su tutto.
Il PD può diventare con Bersani nuovo segretario, noi ne siamo convinti, il più grande partito riformista che milioni di italiani non ha ancora avuto, un partito capace di unire nord e sud e di portare l'Italia veramente in Europa.
Questa è una grande responsabilità ma è un dovere che dobbiamo abbracciare tutti poichè si deve assolutamente riuscire a costruire una organizzazione plurale e aperta, in grado di coinvolgere ed entusiasmare.
La politica che sa indicare un orizzonte, che riorganizza le forze, induce ad un nuovo modo di pensare: solo su queste cose si può fondare un partito che vuole essere nuovo in un mondo nuovo.
Ormai da tempo sentiamo utilizzare la parola “crisi”, un problema che giunge da lontano da oltre un quarto di secolo di disuguaglianze. Come ne possiamo uscire fuori? Col coraggio e con la voglia di cambiare. Per fare questo tutti siamo importanti, penso al ruolo delle donne che possono essere fondamentali in un paese che si voglia definire veramente democratico. Ecco, dobbiamo misurarci giornalmente con la democrazia del nostro tempo. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio della tradizione e affrontare con determinazione la strada dell’innovazione: solo così possiamo spezzare il fronte delle destre europee.
L’alleanza tra democratici e socialisti nel parlamento europeo è un segnale, un punto di partenza attraverso il quale possiamo innovare il nostro tessuto politico e civile.
Noi non guardiamo soltanto al nostro territorio ma guardiamo all’Europa nella sua forma di governo multilaterale, democratica, riformista. La vera novità però deve riguardare un Piano Europeo per il Lavoro, il rilancio dell’economia ed una maggiore sinergia di intenti tra governi, sindacati e forze produttive.
L’Italia a sua volta ha bisogno dell’Europa perché può aiutare a valorizzarci accelerando soprattutto un serio e concreto ricambio generazionale.
Su una cosa non c’è alcun dubbio: il nostro paese merita di più, troppi squilibri, troppe classi aristocratiche che mettono in soggezione gli altri ceti più deboli.
Una parte significativa del paese prova a reagire alla crisi ma non è aiutata dalle riforme, anzi ha perso la speranza che queste possano venire promosse.
Su questa delusione prospera la destra ed è su questa delusione che invece noi dobbiamo lavorare ed agire. Dobbiamo far comprendere agli elettori, anche ai nostri amici che, a volte perché disorientati o illusi da false promesse, votano a destra, che l’alternativa esiste e siamo noi, noi ci siamo e ci poniamo accanto e dentro la società del nostro tempo.
Il Partito è strutturato, la campagna di tesseramento conclusasi qualche settimana fa ci ha consegnato un partito solido, numeroso, colmo di intelligenze, un partito che soprattutto è e dovrà essere formato e costruito dagli iscritti e non sugli iscritti, un partito democratico perché la democrazia è il valore principe della nostra storia e della nostra formazione.
L’Italia al momento ci chiede di fare opposizione ma dobbiamo prepararci anche a governare. Quindi da dove ripartire? Innanzitutto occorre ridurre le disuguaglianze sociali e ristabilire il merito, il paese deve dotarsi di una moderna rete di sicurezza sociale, occorre riformare il welfare, dare risposte in merito all’occupazione vera e propria piaga per i nostri giovani, serve aumentare in quantità ed in qualità i nostri servizi, promuovere l’occupazione femminile, dare spazio alle donne nel mondo sociale e nel mondo politico.
Al primo posto dobbiamo collocare una nuova stagione di liberalizzazioni riducendo le barriere di accesso alle professioni ed aumentando la concorrenza nei servizi. Per mantenere più unito il nostro paese serve una migliore mobilità sociale, serve accogliere e non respingere gli immigrati regolari, serve ripensare la scuola ed il mondo dell’educazione. Scuola, università e ricerca devono essere la prima fonte di energia per l’Italia. Per fare tutto questo servirà naturalmente tanto impegno e ci sarà bisogno di tutti, di tutti voi.
Come non trattare poi il problema della legalità. La legalità è democrazia, legalità significa garantire la sicurezza, prevenire e contrastare i fenomeni criminali, ostacolare con ogni mezzo la connivenza.
Non si può continuare con i condoni, non si può continuare con l’indebolimento della costituzione, non si può continuare con una destra che indebolisce lo stato per proteggere gli affari ed i malaffari del proprio leader: quale credibilità può avere un governo che sarà ricordato per le leggi ad personam? Un governo che insulta la pubblica amministrazione senza riformarla davvero? Il paese non ha perso le proprie virtù democratiche, sono solamente e momentaneamente sopite. Ma ancora per poco. Il momento sta arrivando e questo grazie anche a voi.
Cosa vogliamo essere dicevamo all’inizio, con Bersani Segretario ecco quello che potremmo diventare: un partito popolare, aperto a tutti, un partito riformista perché pensiamo che le cose si possano cambiare, siamo il partito dell’uguaglianza, siamo il partito delle donne e degli uomini, siamo un partito laico che rispetta le fedi e le convinzioni di ognuno, siamo il partito dei lavori e dei ceti produttivi, siamo il partito dei diritti civili perché crediamo nella dignità, siamo il partito dei giovani e di tutti coloro che vedono in noi un’alternativa seria e credibile. Non serve fare la distinzione tra partito vecchio e partito nuovo, l’importante è essere un Partito nell’accezione più completa del termine. Bersani è la persona giusta per guidarci in questa nuova fase che ci attende.
Guardiamo all’Europa, guardiamo all’Italia, guardiamo alla Sicilia.
La nostra terra deve uscire dal coma nel quale si trova ed i siciliani hanno le competenze e le forze per farlo.
La crisi economica globale sta avendo ripercussioni gravi sulla nostra regione, le piccole imprese soffrono e chiudono, la disoccupazione aumenta, l’agricoltura è in ginocchio, non si può accettare una regione che spende ma non progetta. Occorre cambiare e rinnovare, riappropriarsi della propria vita attraverso un nuovo meridionalismo ed affermando la centralità del Mediterraneo. Il Sud non è e non può essere considerato una palla al piede come accade purtroppo per ora a causa dell’attuale governo, abbiamo risorse, abbiamo intelligenze, abbiamo voglia di risorgere insieme. La centralità geografica deve essere convertita in centralità politica ed il PD è molto vicino e sensibile a questa situazione. Grazie ai soggetti protagonisti sul territorio possiamo risorgere: lo sviluppo locale deve diventare luogo di incontro delle risorse e attivazione delle competenze.
Il governo Lombardo, è sotto gli occhi di tutti, non sta mantenendo le aspettative né il patto siglato con gli elettori in sede di campagna elettorale, è un governo instabile che invece di puntare sullo sviluppo del territorio pensa agli accordi tra le varie correnti in seno alla maggioranza, un governo che non sta facendo gli interessi di tutti ma dei soliti pochi, anzi dei soliti noti.
Non ci può essere sviluppo poi se la Sicilia non si libera dalla mafia e dalla criminalità. Non basta più dire che la mafia fa schifo, serve agire ed in fretta perché troppe parole sono state dette mentre nei fatti i padrini continuano a muoversi indisturbati. La lotta alla mafia è una priorità nazionale e su questo punto dobbiamo essere intransigenti, in Sicilia occorre passare da una legalità debole ad una forte e condivisa perché efficace e semplice. Tutto questo con Mattarella segretario regionale è possibile.
Una Sicilia che punti con forza sulle pari opportunità, che ridia centralità al ruolo positivo della famiglia, alla formazione delle giovani coppie dalle quali dipende il nostro futuro. Scuola e sanità poi devono tornare ad essere categorie di eccellenza e non settori dove lasciare tutto al caso ed all’improvvisazione.
Inefficienze e limitazioni nel servizio pubblico hanno danneggiato questi settori anche perché spesso mancano regole chiare e trasparenti. Il settore scolastico deve essere di qualità con interventi mirati nell’edilizia e sulle attrezzature didattiche nonché in merito al diritto allo studio che deve essere valore democratico garantito a tutti, senza distinzione alcuna.
La Sicilia non può non passare attraverso una nuova frontiera dello sviluppo: si pensa la ponte sullo stretto o alle centrali nucleari ma si dimentica il territorio, l’habitat, gli investimenti mirati per garantire maggiori funzionalità.
Incentivando un nuovo sviluppo sostenibile attraverso la promozione della raccolta differenziata, attraverso un migliore uso e gestione dell’acqua, sfruttando meglio le fonti di energia pulita e rinnovabile, attraverso una migliore rete di trasporti la Sicilia può davvero cambiare marcia. Con il PD, con Bersani segretario nazionale e con Mattarella segretario regionale.
L’economia siciliana deve basarsi sulla rinascita della cultura d’impresa, deve basarsi sui migliori talenti riscoprendo il merito, la formazione delle risorse umane in tal senso è fondamentale, occorre non creare nuovi precari procedendo invece al transito dei vecchi precari in forme di lavoro stabile, occorre un migliore utilizzo delle risorse pubbliche in particolare quelle di fonte comunitaria e nazionale, occorre soprattutto sostegno per le piccole e medie imprese che costituiscono l’asse portante della nostra economia.
I settori trainanti dell’economia siciliana sono anche quelli dove è più facile la dimensione della sostenibilità e la riconversione verso modelli di green economy. Così è per l’agricoltura, così è per la pesca ma anche per il turismo, per i beni culturali e per i nostri circuiti enogastronomici.
La regione che serve ai siciliani è quella che organizza tramite le regole, fa sistema con i protagonisti sociali e gli enti locali, sviluppa la coesione e la partecipazione democratica come metodo di governo. Dopo le riforme federaliste approvate in Parlamento si dovrà procedere al riassetto delle funzioni, delle competenze, delle risorse: il federalismo è ricco di insidie ma può diventare occasione per un forte cambiamento delle istituzioni in Sicilia.
Per realizzare queste prospettive è necessario un motore politico: quel motore è il Partito Democratico siciliano. Dobbiamo essere all’altezza del compito e dobbiamo essere sotto ogni profilo anche a livello locale dove tante volte si predica bene ma si razzola male, perché tirati per la giacchetta o perché annebbiati dall’arma a doppio taglio dei voti conseguiti.
Il PD deve diventare un partito orgoglioso delle culture politiche che lo compongono, rispettoso delle diversità ma al tempo stesso proiettato al futuro attraverso il confronto delle idee e delle iniziative.
Dobbiamo acquisire credibilità e affidabilità nei confronti dei cittadini e degli elettori.
Il Pd siciliano deve far fruttare al meglio il patrimonio degli iscritti che esso rappresenta, riorganizzando dal basso la presenza nei territori e da questo punto di vista è fondamentale che ad ogni circolo corrisponda una sede, luogo di aggregazione e confronto, punto di riferimento per le istanze di tutti i cittadini, non solo degli elettori.
Il PD siciliano deve svolgere fino in fondo il ruolo di opposizione ma deve al contempo lavorare per costruire una maggioranza politica che in Sicilia abbia la volontà di avviare il cambiamento tanto auspicato da più parti. Il confronto tra tutte le forze di centrosinistra, il dialogo costruttivo, l’uguale dignità di tutti i pensieri saranno questi i nostri capisaldi, ideali che convergeranno verso un unico e grande obiettivo: ridare un futuro alla Sicilia!
Con Bersani e Mattarella intendiamo ridare speranze concrete all'Italia ed alla nostra terra, insieme a tutti quei democratici come voi che vogliono essere protagonisti di una nuova Storia.
Una storia fatta di partecipazione ed entusiasmo, una storia fatta di valori civili e libertari. Una storia alla quale tornare a dare un senso. La nostra storia. La vostra storia."

Vincenzo Marinello
Deputato ARS PD

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