Presidente, colleghi consiglieri, amministrazione,
l’atto deliberativo che ci accingiamo a votare oggi in questa aula riveste, pur nella sua semplicità “cambiare il nome della nostra città da Sciacca a Sciacca Terme”, un notevole valore simbolico, non privo, almeno spero, di importanti refuenze sul futuro della nostra città. E voglio subito evidenziare positivamente il notevole riscontro che questa iniziativa riproposta da me e dal consigliere Giuseppe Ambrogio, ha ottenuto sia fra le forze politiche rappresentate in questo consiglio comunale che fra le associazioni presenti nella nostra città, e fra queste voglio ricordare la C.G.I.L., l’Associazione di promozione sociale l’Altra Sciacca ed anche l’Associazione S.O.S. Anziani presieduta dal sig. Vincenzo Tuzzolino, oltre che fra i singoli cittadini della nostra città. Riscontro reso possible anche dal grande risalto offerto al tema dalla stampa locale che tramite televisioni, giornali e siti web ha consentito di veicolare nella nostra città l’iniziativa, considerata meritevole di attenzione, e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di procedere al cambio di denominazione. E per questo colgo l’occasione per ringraziali di cuore per l’attenzione mostrata.
E bene premettere, inoltre, che il sottoscritto, insieme all’amico consigliere Giuseppe Ambrogio, con la mozione presentata in data 03/01/2011 ha soltanto voluto riproporre un tema che riteniamo fondamentale per il futuro della nostra città, ma del quale ovviamente non rivendichiamo nessuna paternalità, convinti come siamo che un obiettivo di così ampio respiro e di carattere generale, come il cambio di nome della nostra città, non possa essere ricondotta all’iniziativa né di un singolo consigliere, né di un singolo partito, bensì dell’azione sinergica e costruttiva di tutte le forze politiche presenti nel nostro territorio, oltre che delle associazioni culturali e dei singoli cittadini di Sciacca.
E’ risaputo che questa iniziativa era stata già intrapresa pochi anni or sono dall’ex sindaco Ignazio Cucchiara e dalla sua giunta ma poi per motivi che qui non intendo ricalcare il referendum non ebbe gli esiti sperati e previsti.
L’iniziativa che adesso ho riproposto insieme al collega Ambrogio è stata accolta favorevolmente anche dallo stesso avvocato Cucchiara a testimonianza non solo della qualità della proposta in oggetto ma del fatto che cambiare il nome alla nostra città possa essere davvero un volano di promozione turistica aggratis. Montecatini terme, Salsomaggiore terme, Abbano terme, solo per citare qualche caso, cosa hanno in più rispetto a Sciacca? Assolutamente nulla. Anzi no, hanno in più la denominazione Terme a seguito del nome, cosa che permette loro di identificarsi sin da subito all’occhio del turista con la qualità più importante e rinomata presente sul territorio.
Se un giorno, spero a breve, la nostra città potrà chiamarsi Sciacca Terme, tale cambio toponomastico sarà la vittoria non di Tizio ne di Caio, ma dell’intera città di Sciacca.
Ed è questa la strada che dobbiamo percorrere, quella della sinergia di intenti e di impegni per il bene della città.
E per tale motivo voglio esprimere il mio apprezzamento nei confronti di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione che hanno abbracciato l’iniziativa in esame ed in particola modo mi sembra opportuno sottolineare l’impegno e la determinazione degli amici consiglieri comunali del centro destra che subito, senza esitazione, hanno voluto manifestare la loro adesione al progetto proposto da me e da Giuseppe, a dimostrazione di una maturità politica e di un forte senso civico che mi fanno ben sperare per il buon esito dell’iniziativa e che scongiurano il ripetersi di errori, probabilmente commessi in un recente passato.
Lo ripeto, questa è una iniziativa che per sua definizione non ha e non può avere etichette politiche di alcun tipo, ma che deve vedere tutti protagonisti di un percorso intriso di orgoglio e fierezza di essere cittadini di Sciacca e che sia volto al riscoprimento della identità di una città che nel medioevo vantava l’aggettivo di “degnissima”.
La nostra città deve ritrovare quel ruolo di città capofila in provincia di Agrigento, di centro gravitazionale d’interessi economici, sociali e culturali che per tanto tempo ha ricoperto e che ha visto invece affievolire negli ultimi anni. E questo lo si può fare anche identificando la nostra città con quella che probabilmente è la sua risorsa più qualificante che la rende unica non solo in provincia, ma anche a livelli territoriali ben più ampi e che è costituita dalle Terme.
Cari amici Consiglieri Comunali, capisco che quando si parla di Terme, la tentazione di fare polimiche circa le precedenti o attuali gestioni è molto allettante, ma l’oggetto della discussione non è questa. Oggi non siamo chiamati ad esprimere un giudizio su come le Terme sono state gestite nel passato o come le stesse sono gestite oggi. Certo la storia è sempre d’insegnamento e compito di una buona classe politica è fare tesoro degli errori del passato per non ricommetterli nel futuro, ma la cosa importante su quale bisogna interrogarsi è invece su quale futuro bisogna immaginare per il nostro Centro Termale.
In merito io ho un idea abbastanza semplice che ho avuto modo di riscontrare anche nel pensiero di altri consiglieri comunali.
E’ necessario che per la nostra Azienda Termale si dia inizio a quel processo di privatizzazione della gestione dei servizi che finalmente porti nella nostra città un partner privato specializzato nel settore turistico e termale, capace di dare nuova linfa e vitalità all’Azienda ed attrarre nuovi flussi turistici.
Perchè, sebbene le nostre Terme offrano un ventaglio di cure uniche, preziose ed improntate tutte con metodi naturali, l’esperienza ci dimostra che da sole non bastano ad attirare flussi di utilizzatori, perché negli ultimi anni, anche per effetto della globalizzazione e della presenza di molteplici operatori, è cambiato l’interesse del mercato.
Un mercato orientato alla ricerca del benessere, attratto da centri di benessere che offrono sempre le ultime novità al fine di rinvigorire anima e corpo, in ambienti raffinati e di alta professionalità. Tutto ciò comporta la necessità di porsi al passo con i tempi, anche con investimenti corposi capaci di rinnovare le strutture ed i servizi per migliorare l’appetibilità da parte dei potenziali fruitori.
Tutto ciò implica, a mio parere, la necessità di avviare un svolta nella futura gestione dell’Azienda Termale, nella quale fermo restando la pubblica proprietà delle Terme, si proceda ad un affidamento, tramite società mista o qualche altra cosa di simile, al privato della gestione dei servizi turistici e termali.
Ciò detto, la proposta oggi in discussione ha una valenza fondamentale. Perché il cambio di denominazione della nostra città da Sciacca a Sciacca Terme, pone un vincolo morale e direi quasi deontologico all’intera classe politica saccense, agrigentina e regionale.
In quanto la scelta che oggi noi ci accingiamo a fare, la scelta che oggi l’intera città di Sciacca ci chiede di fare, e cioè di legare indissolubilmente il nome della nostra città a quello delle nostre Terme pone a carico di tutti, deputazione regionale e nazionale compresa, l’obbligo di porre in essere quanto necessario e dovuto per un reale rilancio delle Terme.
Non può esistere una città che si chiami Sciacca Terme, senza le Terme.
Il cambio di denominazione non potrà che vincolare tutti quanti, politici, forze sociali e cittadini, ad intraprendere un percorso obbligato che porti ad un pieno utilizzo delle risorse termali con le evidenti conseguenze in termini economici ed occupazionali che da ciò potrà scaturire.
Nessun deputato di destra, di centro o di sinistra potrà vantare pretese di elezione o rielezione senza che abbia dimostrato reale impegno al raggiungimento di tale obiettivo.
Tanto più che questo legame fra la città e le sue Terme oggi ci viene chiesto a gran voce anche dall’intera città e dai suoi cittadini.
Un ultima considerazione la voglio fare sul percorso giuridico-amministrativo che ci porterà al cambio di denominazione.
Premesso che il quadro normativo oggi vigente in merito alle variazioni territoriali e di denominazione dei Comuni, allo stato attuale ci obbliga alla celebrazione di un referendum popolare, io auspico che l’on. Vincenzo Marinello, come dallo stesso dichiarato in una sua nota stampa, possa riuscire nel suo intento di modifica della legge vigente, in modo da affidare il compito di modificare la denominazione della nostra città a questo Consiglio Comunale, e ciò nella considerazione che nel caso in esame si tratta di una modifica parziale della denominazione che non modifica radicalmente l’attuale nome della nostra città e che, inoltre, il Consiglio Comunale è diretta emanazione della volontà dei nostri concittadini che ci hanno eletto.
In caso contrario, se l’unica strada obbligata per raggiungere l’obbiettivo fosse quella di indire il referendum popolare, trovo giusto il suggerimento offerto dalla Presidenza del Consiglio di far coincidere lo stesso con quello nazionale sulla gestione del servizio idrico, e ciò ovviamente al fine di abbattere i conseguenti costi per il Comune.
Ma a tal proposito vorrei anche evidenziare come tali costi debbano comunque essere visti quale un investimento per il futuro della nostra città. Chiunque mastichi anche un po’ di economia sa che nessuna azienda può crescere se non investe. Ed allora, per tutto quanto ho detto in precedenza, il cambio di denominazione della nostra città è un investimento per il futuro al quale non possiamo in nessun modo rinunciare.
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