domenica 16 gennaio 2011

Sciacca Terme: Con una modifica alla legge regionale, si potrebbe evitare il referendum e lasciare la parola al consiglio comunale

“Modificare il nome di Sciacca in Sciacca Terme in rappresenta sicuramente una grande possibilità per tutto il territorio e mi trova completamente d’accordo anche perché sarebbe l’occasione per coprire una mancanza poiché tutte le città italiane che hanno risorse termali sono solite accompagnare il toponimo al nome della città”.
Questo è quanto dichiara oggi il deputato del partito democratico all’Assemblea Regionale Siciliana Vincenzo Marinello approvando pienamente l’iniziativa dei consiglieri comunali Fiorino e Ambrogio.
“Già nel recente passato, continua l’On. Marinello, si è cercato di mettere in atto questa modifica attraverso lo strumento democratico del referendum che però, purtroppo, non ebbe gli esiti sperati e previsti per un mancato raggiungimento del quorum del 50,01% degli aventi diritto.
In quella occasione è apparso che la cittadinanza abbia voluto scaricare i malumori verso l’amministrazione dell’epoca, disapprovando anche una sua buona iniziativa. Ci si augura che l’esperienza negativa non si ripeta per non arrecare altri danni alla città. A tal fine valuto l’opportunità che si costituisca un comitato referendario di sostegno, del quale facciano parte tutte le forze politiche e sociali.
La variazione di denominazione di un comune è regolamentata dall’art. 8 della legge regionale 30 del 2000 che prevede, come unica possibilità utile a variare anche parzialmente il nome di una città, lo strumento del referendum.
La soluzione per evitare il referendum sarebbe quella di apportare una modifica alla L.R. 30 del 2000 che consenta, almeno nei casi di modifiche parziali della denominazione, come potrebbe avvenire per esempio nel caso di Sciacca, di attribuire questa facoltà al consiglio comunale, prevedendo magari una maggioranza qualificata dei 2/3 dei consiglieri.
A tal fine, conclude Marinello, mi sto attivando in merito per presentare un apposito DDL o un emendamento alle legge regionale 30 del 2000, da inserire nella prossima legge finanziaria in discussione all’ARS nei prossimi giorni, valutando con gli uffici legislativi dell’ARS la fattibilità di tale modifica, che se approvata, consentirebbe al comune il risparmio dei costi referendari valutabili in circa 100.000 mila euro.” (On. Vincenzo Marinello, PD all'ARS)

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